La festa della donna

L'8 marzo viene celebrata la festa della donna, anche se non è proprio giusto parlare di "festa": questa giornata è infatti dedicata al ricordo delle conquiste sociali, economiche e politiche raggiunte dalle donne ma anche alla riflessione sulle discriminazioni di cui sono state e sono purtroppo ancora oggetto nel mondo. E' più corretto quindi parlare di Giornata internazionale della donna.

Ma come nasce questa giornata?

La sua storia risale ai primi anni del Novecento ma la scelta di celebrarla proprio l'8 marzo appare incerta e sembra essere legata ad una leggenda. Per molti anni si è raccontato che l'8marzo del 1911 un gruppo di operaie dell' industria tessile Cotton di New York stesse scioperando da giorni contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. I proprietari della fabbrica, per stroncare la protesta, bloccarono le porte impedendo alle operaie di uscire. Divampò un incendio che causò la morte di ben 134 lavoratrici. Non sono però stati ritrovati documenti che dimostrino la verità di questa vicenda che molto probabilmente fu confusa con un'altra tragedia realmente accaduta con le stesse modalità il 25 marzo 1911 nella fabbrica Triangle di New York.

La nascita della Giornata Internazionale della Donna in realtà è collegata strettamente al clima politico di inizio '900, quando aumentarono le proteste e le rivendicazioni delle donne contro lo sfruttamento, i bassi salari, le discriminazioni sessuali e le lotte per ottenere il diritto al voto. Essa fu celebrata per la prima volta negli Stati Uniti il 23 febbraio 1909 ma la prima nazione a scegliere l’8 marzo fu la Russia, quando nel 1917 si svolse a San Pietroburgo una grande manifestazione operaia. In Italia la prima giornata della donna si è svolta nel 1922 ma il 12 marzo e non l'8. Fu solo nel 1945 che l'UDI (Unione Donne Italiane, istituita a Roma nell'immediato dopoguerra) decise definitivamente di celebrare tale giornata l'8 marzo in tutte le zone liberate della nazione.

L'8 marzo fu poi indicato definitivamente come data ufficiale in tutto il mondo nel dicembre del 1977 quando l’ONU istituì la "Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale".

Ma come si è arrivati ad associare la mimosa alla Festa delle Donne?

La scelta della mimosa come simbolo ufficiale dell'8 marzo è stata fatta in Italia, esattamente nel 1946 su proposta di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei (membri dell' UDI) perché quei fiori gialli dal profumo particolare avevano il vantaggio di fiorire proprio nel periodo giusto e non costavano tantissimo. Il giallo, inoltre, oltre ad esprimere vitalità, forza e gioia, è il colore che rappresenta il passaggio dalla morte alla vita, diventando così metafora delle donne che si sono battute per l'uguaglianza di genere. Ci sono poi altri colori ufficiali della Giornata Internazionale della Donna tra cui il viola, che rappresenta la dignità e la giustizia sociale per le donne.

 In Italia, anche se il movimento per il riconoscimento dei diritti delle donne aveva mosso i primi passi già dagli inizi del Novecento, fu solo dopo la fine della seconda guerra mondiale che ci furono i primi risultati concreti, quando alle donne fu riconosciuto il diritto di voto e fu sancito dalla Costituzione il principio di uguaglianza tra i sessi (Articolo 3). Dopo queste prime tappe, la sostanziale parità tra uomo e donna, tanto nelle istituzioni quanto in famiglia e nel lavoro, si raggiunse soprattutto a partire dagli anni Settanta, con la nascita nel nostro Paese di un vero e proprio movimento femminista.

Oggi l'8marzo ha un pò perso il suo valore iniziale anche se ci sono organizzazioni femminili che continuano a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla condizione femminile.

Io credo che oggi più che mai sia importante mantenere alta l'attenzione su questi temi perché molte donne e ragazze in Italia e nel mondo continuano ad essere oggetto di violenza, discriminazioni e pregiudizi che si trasformano in veri e propri ostacoli ad una vita libera e felice.

Basti pensare a quanto riportato dai telegiornali in questi giorni: negli ultimi mesi a Qom, una delle principali città sante iraniane, qualcuno ha avvelenato centinaia di studentesse - tra cui anche bambine di dieci anni, proprio come me - nel tentativo di far chiudere le scuole femminili e non farle tornare più sui banchi. Io sono forse troppo piccola per capire davvero come e perché si possa arrivare a compiere gesti così crudeli e posso solo provare ad immaginare la paura e il dolore provato da quelle ragazze che si accasciavano nel cortile della loro scuola tra le grida delle compagne. Allora ho pensato a quanto sarebbe bello se potessi portarle con me nella mia scuola anche solo per un giorno: a ricreazione potremmo giocare insieme, maschi e femmine, e correre felici e spensierati. Per un giorno magari, al posto delle normali lezioni, si potrebbero leggere solo le storie di donne che, con la loro forza e con il loro coraggio, hanno compiuto gesti importanti che hanno cambiato il cammino dell'umanità. Questo perché non credano, nemmeno per un momento, a quello che vogliono fargli credere, che per il fatto di essere donne non debbano saper leggere e scrivere o che non possano studiare e scegliere il proprio destino. So che questo purtroppo non è possibile ma durante questo 8 marzo penserò a loro e pregherò affinché nel loro cuore non manchi mai la speranza e il coraggio di lottare per una vita migliore.

Federica Bartolozzi 




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