Inclusione alunni BES e DSA

“La scuola è il luogo di apprendimento e, insieme, di costruzione dell’identità personale, civile e sociale. Questo significa mettere ciascuno in condizione di raggiungere la piena realizzazione di sé e l’acquisizione della cultura e dei valori necessari per vivere da cittadini responsabili. Nessuno – questo è l’obiettivo – deve rimanere indietro, nessuno deve sentirsi escluso.” (Dall’Atto di Indirizzo del Ministero della P.I. dell’8 settembre 2009).


La massima attenzione all’inclusione

Un’attenzione particolare va riservata agli alunni con Bisogni Educativi Speciali. Se assumiamo che il compito della Scuola è di prendersi cura dei suoi utenti sul piano educativo e formativo, di non lasciare indietro nessuno dei bambini che le sono affidati, è necessario attivare interventi personalizzati per tutti gli alunni che presentano un disagio e/o una difficoltà scolastica.

Rientrano all'interno dei Bisogni Educativi Speciali:

  • I bambini con accertata disabilità. (legge 104/92)
  • I bambini con accertati Disturbi Specifici dell’Apprendimento. (DSA, Legge 170/2010)

Tutti gli alunni che, durante la loro carriera scolastica, provino momenti di difficoltà, momenti di incertezza e fragilità più o meno marcate e più o meno protratte nel tempo e che non sono riconoscibili nelle prime due categorie.

La Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” messa in atto dalla Circolare Ministeriale n.8 del 6 marzo 2013 (indicazioni operative) estende il campo d’intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES) ossia estende a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamando i principi enunciati dalla Legge n.53/2003 (Riforma Moratti).

Questo PROTOCOLLO di accoglienza si configura come un utile strumento per l’INCLUSIONE in primis per i docenti e più in generale per tutta la comunità educante con l’obiettivo di orientare la stessa nel complesso mondo dei “BES” ed avviare così delle buone prassi.

Tale documento diventa utile guida per l’accoglienza e la gestione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (alunni con disabilità, alunni con DSA, alunni con borderline cognitivo, alunni con ADHD, alunni stranieri e alunni con svantaggio socioeconomico e culturale) e per un’efficace integrazione all’interno del nostro circolo didattico.



IL SUCCESSO SCOLASTICO DEGLI ALUNNI E DELLE ALUNNE CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

 

Il Collegio dei Docenti presta un’attenzione particolare al raggiungimento del successo scolastico degli alunni Disabili, con Disturbi Specifici dell’Apprendimento o altri Bisogni Educativi Speciali.

Individua, infatti, la necessità di incaricare una o più Funzioni Strumentali per promuovere il successo scolastico degli alunni con B.E.S.

Il Collegio dei Docenti ha istituito una Commissione, che si occupa di:

  • Curare la condivisione diffondendo le linee educative e le buone pratiche relative ai Bisogni Educativi Speciali.
  • Accogliere i nuovi insegnanti  presentando loro gli iter procedurali adottati negli ultimi anni scolastici e i modelli di documentazione adottati per la gestione dei casi.
  • Rilevare i bisogni di consulenza, supervisione o formazione da parte dei docenti.

 

La Responsabile del settore, Ins. Maria Carmela De Angelis, con i membri della commissione promuovono:

ai sensi della legge 104/92

  • Il miglioramento della qualità dell’integrazione scolastica.
  • La collaborazione tra famiglie, ASL, EE LL e CTRH.
  • Le iniziative di formazione per le/gli insegnanti.
  • La corretta gestione della documentazione degli incontri, degli accordi e dell’azione didattico/educativa attraverso il coordinamento degli interscambi di sostegno.

Ai sensi della legge 170/10:

  • Mantengono i contatti con l’Associazione Italiana Dislessia.
  • Mantengono i contatti con l’Ufficio Territoriale Scolastico.
  • Promuovono il miglioramento della qualità del successo scolastico degli alunni con DSA

ALUNNI DISABILI (legge 104/92)

Intervento Di Sostegno

Gli alunni con una certificazione di disabilità (Legge 104/92) hanno diritto di vedersi riconosciuto un monte ore di sostegno alle attività didattiche. Alla classe viene quindi assegnato un insegnante aggiuntivo, detto di sostegno che, è parte integrante dell’equipe pedagogica della classe e può intercambiare il proprio ruolo con quello degli insegnanti disciplinari. L’equipe pedagogica, viste le indicazioni del personale sanitario, con la collaborazione della famiglia, predispone un Progetto Educativo Individualizzato (PEI) per rispondere ai bisogni educativi e alle caratteristiche dell’alunno, specificando in quale modo sarà strutturato l’intervento di sostegno. Nei casi in cui si renda necessaria la sua presenza l’ assistente per l’autonomia, in qualità di figura educativa che stabilisce un legame affettivo con il bambino, concorre alla rilevazione di osservazioni e valutazioni. L’intera equipe pedagogica di classe tiene anche i rapporti con le famiglie, con gli specialisti dell’ASL o, su scelta delle famiglie, con eventuali specialisti privati.

Uno degli insegnanti dell’equipe pedagogica assume il ruolo di referente dell’alunno disabile con le seguenti funzioni:

  • Mantenere la continuità rispetto all’iter scolastico - educativo dell’alunno.
  • Fare da supervisore nella compilazione dei documenti e nella revisione periodica del PEI.
  • Partecipare agli incontri della Commissione Bisogni Educativi Speciali del Circolo laddove richiesto.

Per la compilazione del PEI viene utilizzato come riferimento il modello provinciale, con gli opportuni adeguamenti al singolo caso.

 

Il PEI contiene:

  • L’analisi della situazione dell’alunno all’inizio di ogni anno scolastico.
  • I verbali degli incontri con la famiglia e con gli specialisti.
  • Gli obiettivi educativo-formativi.
  • La documentazione della progettazione didattica e della valutazione.
  • Eventuale utilizzo di ore prestate dall’Assistente per l’Autonomia.
  • La strutturazione dell’intervento di sostegno.

 

Criteri Di Valutazione Riferiti Al Pei

Sul documento di valutazione, per le programmazioni disciplinari indicate nel PEI, si utilizzano i voti secondo il protocollo espresso nella tabella seguente:

 

Giusidizo

COMPETENZE

CAPACITA’

in via di prima acquisizione

L’alunno, se guidato, affronta il lavoro proposto.

Svolge la consegna in modo coerente con il modello proposto.

Base

Affronta il lavoro, anche se non guidato.

Svolge la consegna in modo coerente con il modello proposto.

Intermedio

Affronta il lavoro, applicando le conoscenze acquisite.

Svolge correttamente la consegna.

Avanzata

Evidenzia autonomia e sicurezza nel lavoro.

Sa esporre in modo completo le conoscenze.


 

Laddove siano previsti obiettivi educativi e didattici e macroaree, si utilizzerà una valutazione in forma discorsiva.

 

Passaggio Di Ordine Scolastico

Nel passaggio di ordine scolastico, la partecipazione all’incontro finale con l’ASL e con i genitori si apre anche al gruppo docenti (o almeno ad un insegnante referente) che accoglierà l’alunno nell’anno scolastico successivo, per favorire l’inserimento nel nuovo ambiente e la continuità nella progettualità educativa e didattica.

 

 

 

ALUNNI CON D.S.A. (LEGGE 170/10)

Premessa

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n. 244 del 18 ottobre 2010) della Legge 8 ottobre 2010 n. 170 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” si compie un lungo percorso che ha portato al riconoscimento, nel quadro normativo italiano, delle difficoltà che le persone con DSA incontrano in ambito scolastico. La Legge riconosce validità alle forme di tutela e di sostegno che già le scuole, le famiglie ed i ricercatori avevano individuato e sperimentato come le più adatte a garantire il successo formativo.

Dopo l’emanazione delle linee guida e delle disposizioni attuative delle azioni previste dalla Legge a supporto del percorso diagnostico e scolastico di tali allievi, le scuole dell’ Infanzia e Primarie, intendono riprendere le riflessioni già compiute in passato, adeguandole al nuovo, fondamentale quadro normativo.

In estrema sintesi si richiamano di seguito alcuni tra i punti più rilevanti della Legge 170/2010, al fine di assicurare agli alunni, le misure di accompagnamento e di sostegno allo studio previste dalla Legge stessa. L’art. 5 ribadisce che “gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica” e che le istituzioni scolastiche garantiscono loro “l’uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, adottando una metodologia e una strategia didattica adeguate”.

La norma prevede che, in termini di personalizzazione del processo di insegnamento/apprendimento, per le lingue straniere si adottino “strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento”.

La Legge 170/2010 sottolinea inoltre il passaggio fondamentale della valutazione degli apprendimenti, assicurando che “agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica, adeguate forme di verifica e di valutazione …”.

Un’ulteriore finalità della Legge 170/2010, che va d’accordo con quanto già strutturato dal nostro Circolo, è quella di “incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione”.

 

Stesura Del Pdp (Piano Didattico Personalizzato)

Per gli alunni con diagnosi di DSA, è atto dovuto la stesura di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) elaborato con la collaborazione di tutti i componenti del Gruppo Docente, della famiglia e degli specialisti. Premesso che ogni alunno con diagnosi di DSA è un caso a sé, non assimilabile ad altri nelle potenzialità o difficoltà, i singoli docenti, dopo aver valutato le effettive necessità dello studente, dovranno definire quali delle misure previste dalla legge mettere in atto per favorirne il successo scolastico ed indicarle nel PDP.

Il Collegio dei Docenti ha adottato, su proposta della Commissione Bisogni Educativi Speciali, un modello standard di PDP ad uso di tutti i Plessi dell’ex Circolo contenente:

  • L’analisi della situazione dell’alunno all’inizio di ogni anno scolastico.
  • I verbali degli incontri con la famiglia e con gli specialisti.
  • Obiettivi educativo-formativi individualizzati in sintonia con la programmazione di classe.
  • La documentazione della progettazione didattica che comprende la scelta ad hoc e la descrizione degli strumenti compensativi e dispensativi permessi dalla legge per rispondere alle reali esigenze educative ed istruttive degli alunni con DSA.
  • La documentazione delle scelte relativamente ai modi e tempi per compiere le valutazioni degli apprendimenti, coerenti con il tipo di didattica intrapresa e il modo di apprendere dell’alunno con DSA .
  • Il patto con la famiglia in cui si concordano modi e tempi per i compiti e lo studio a casa.

 

Passaggio Di Ordine Scolastico

Nel passaggio di ordine scolastico, le/gli insegnanti provvederanno ad un passaggio di informazioni completo dell’alunno con DSA, per favorire l’inserimento nel nuovo ambiente e la continuità nella progettualità educativa e didattica.

 

RICONOSCIMENTO PRECOCE DELLE DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO.

Il Collegio dei Docenti mette in atto iniziative per l’individuazione precoce delle difficoltà di apprendimento e la costruzione condivisa di strumenti tra gli operatori sanitari scolastici e del privato sociale al fine di:

  • Formare ed aggiornare il corpo docente sui disturbi dell’apprendimento
  • Favorire lo sviluppo ottimale nei bambini delle competenze implicate negli apprendimenti.
  • Prevenire la comparsa e il consolidamento di strategie o meccanismi errati, inefficaci o poco economici.
  • Limitare i danni derivanti dalla frustrazione dell’insuccesso, quali il disadattamento o la perdita di motivazione all’apprendimento.
  • Utilizzare osservazioni e prove standardizzate per il riconoscimento dei segnali di rischio di disturbi specifici per l’ implementazione di modalità didattiche che aggirino le competenze di base carenti.

Attività di osservazione, condotte già all’inizio dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia, hanno l’obiettivo di realizzare attività didattico-pedagogiche mirate in caso di segnali di rischio. Qualora, nonostante un’attività didattica mirata, alla fine dell’anno permangano significativi segnali di rischio potrebbe essere già opportuno l’invio ai Servizi Sanitari per l’età evolutiva, presso cui i bambini dovrebbero ottenere cicli riabilitativi ad hoc.

 

 

ALTRI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

 

“Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa delle famiglie e delle finalità generali del sistema, a norma dell'articolo 8 concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo. Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche regolano i tempi dell'insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni.” (DPR n. 275, 8 Marzo 1999).

“La scuola è chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno. La scuola deve progettare e realizzare percorsi didattici specifici per rispondere ai bisogni educativi degli allievi. Particolare attenzione va rivolta agli alunni con cittadinanza non italiana i quali, al di là dell’integrazione sociale, devono affrontare sia il problema di acquisire un primo livello di padronanza della lingua italiana per comunicare, sia un livello più avanzato per proseguire nel proprio itinerario di istruzione”. (Da “Indicazioni per il Curricolo” Settembre 2007).

“L’ambiente di apprendimento è organizzato dagli insegnanti in modo che ogni bambino si senta riconosciuto, sostenuto e valorizzato: il bambino con competenze forti, il bambino la cui famiglia viene da lontano, il bambino con fragilità e difficoltà, il bambino con bisogni educativi specifici, il bambino con disabilità, poiché tutti devono saper coniugare il senso dell’incompiutezza con la tensione verso la propria riuscita” (Da “Indicazioni per il Curricolo” Settembre 2007) .


 

Noi crediamo che tutti gli alunni, con qualunque tipo di Bisogno Educativo Speciale, abbiano diritto a risposte adeguate alla loro situazione, perché non è giusto «far parti uguali fra disuguali», come ebbe a dire Don Milani. Quando si parla di alunni con Bisogni Educativi Speciali, non si parla esclusivamente di bambini provvisti di una diagnosi medica. I bambini con Bisogni Educativi Speciali sono tutti quelli che presentano una qualche situazione di difficoltà, differenze che richiedono interventi educativi individualizzati. Il termine Difficoltà di apprendimento, si riferisce a qualsiasi difficoltà riscontrata da uno studente durante la sua carriera scolastica. Queste situazioni, varie e diverse, vengono fatte risalire a un complesso variegato di cause individuali e contestuali, pur senza riferirsi ad un modello di Disabilità o di Difficoltà Specifiche: le difficoltà scolastiche sono di tanti tipi diversi. Gli alunni con Bisogni Educativi Speciali vivono dunque una situazione particolare, che li ostacola nell’apprendimento e nello sviluppo: questa situazione negativa può essere affrontata con una personalizzazione dell’insegnamento, documentata e condivisa con la famiglia, allo scopo di alleviare il disagio.

Diabete a scuola

La scuola rappresenta l'intero mondo degli adulti e dei coetanei è il mondo 'esterno' con il quale il bambino (o il ragazzo) dovrà confrontarsi. La scuola deve accogliere l'alunno con diabete con attenzione ma senza far percepire un atteggiamento di particolare protezione e senza assegnargli privilegi particolari.

L’istituzione scolastica deve garantire all'alunno con diabete di poter vivere in un ambiente scolastico sicuro, evitando di subire i problemi fisici e psicologici, che potrebbero derivare da una gestione non adeguata della malattia.Trattandosi di scuola dell'obbligo, la scuola deve assicurare all'alunno con diabete, come del resto a tutti gli altri, la possibilità di partecipare in sicurezza a tutte le attività scolastiche. La normativa italiana sottolinea il valore formativo della scuola per la crescita della persona nel rispetto anche della sua sensibilità individuale.

Ogni bambino con diabete al momento dell'inserimento scolastico, dopo l'esordio della malattia o in caso di cambio di
scuola, deve essere accompagnato da un "Piano di cura del diabete a scuola" redatto insieme al Servizio di diabetologia pediatrica dove è seguito.

Il Piano di cura deve riportare:
• i numeri telefonici da chiamare in caso di necessità,
• in quali momenti è necessario eseguire i controlli glicemici,
• il grado di autonomia dell'alunno,
• le specifiche necessità dell'alunno (per esempio poter mangiare in orari diversi in caso di valori bassi della glicemia, andare in bagno a urinare in caso d'iperglicemia).